La notizia, ufficializzata dalla band da qualche settimana, coinciderà con la celebrazione delle nozze d’oro artistiche. Nel giugno 2016 l’evento “L’ultima notte insieme”, con tre concerti

I Pooh hanno detto “stop”. Chi l’avrebbe mai pensato, tra i fans che – chissà quante volte – hanno canticchiato Chi fermerà la musica? Roby, Dody e Red si diranno addio nel giugno 2016, proprio mentre festeggeranno 50 anni di musica insieme. E, per salire sul palcoscenico uniti per l’ultima volta, richiameranno a raccolta proprio tutti: Stefano D’Orazio, lo storico batterista ritiratosi nel 2009, e Riccardo Fogli, il bassista che abbandonò il gruppo nel 1973. Unico grande assente, ma soltanto fisicamente, Valerio Negrini. Considerato da sempre il “quinto Pooh”, fu il loro batterista fino al 1971 ma, soprattutto, storico paroliere dal 1966 al 2013, anno in cui morì precocemente.

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Nel 2016, quindi, tre concerti per L’ultima notte insieme al loro affezionato pubblico: a Milano, Stadio San Siro, venerdì 10 e sabato 11, e a Roma, Stadio olimpico, mercoledì 15 giugno. Sarà una reunion storica, nella quale condivideranno il palcoscenico due artisti che mai prima lo avevano fatto, avendo l’uno sostituito l’altro nella band: Riccardo Fogli e Red Canzian. Perciò, probabilmente, nel corso del concerto rivivranno anche i Pooh targati anni Sessanta-Settanta, con Piccola Katy, Tanta voglia di lei, Pensiero, solo per citare alcuni titoli. Avendo, per mezzo secolo, lanciato in media un album all’anno, i Pooh hanno fattivamente contribuito a scrivere la storia della musica italiana. Con differenti stili – tra cui il musical Pinocchio – e alternando l’intramontabile tematica dell’amore e del tradimento a questioni più scomode: il difficile rapporto padre-figlio in Mio padre una sera; l’omosessualità in Pierre; la solitudine in Uomini soli, che valse loro la vittoria al Festival di Sanremo nel 1990.

Non sono poi mancati brani esclusivamente strumentali, come Viva, la seconda parte di Dove comincia il sole e Parsifal: vere e proprie opere-capolavoro di Roby Facchinetti. Brani come Dammi solo un minuto sono stati riproposti, in chiave più moderna, da artisti diversi. Altri sono già cimeli musicali: Noi due nel mondo e nell’anima, Canterò per te, Buona fortuna, La donna del mio amico, Dimmi di sì, oltre ai brani sopra citati.

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Negli stadi di Roma e Milano l’emozione sarà palpabile, accompagnata dall’aura di tristezza tipica di un addio. Ma non dimentichiamo che i Pooh sono state persone coraggiose. E privilegiate, se, in tempi come questi, hanno resistito sulla scena musicale per un cinquantennio. E, in quanto esseri umani, sono portatori di desideri, ricordi, speranze; ma anche di differenti esigenze di sperimentarsi individualmente. Così D’Orazio, sei anni fa, si lasciò alle spalle 38 anni di vita condivisa con i compagni per dedicarsi a tutt’altro. Lo stesso Facchinetti, cofondatore del gruppo, ha recentemente vestito i panni di coach a The Voice, insieme al figlio Francesco. A chi, ne L’ultima notte insieme ai Pooh, si sentirà strappare via un pezzo della propria storia, diciamo: venga rispettata la loro decisione di sciogliere la band!

E non si dimentichi mai l’incipit di un loro famosissimo brano degli anni Novanta, col quale desideriamo chiudere: «Si può essere amici per sempre anche quando le vite ci cambiano, ci separano e ci oppongono. Si può essere amici per sempre anche quando le feste finiscono e si rompono gli incantesimi».

Emanuela Susmel

(LucidaMente, anno X, n. 119, novembre 2015)

 

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