Archive for luglio, 2015

È risaputo – anche a livello medico – che l’apporto delle calorie fornite dalla colazione è quello più importante di tutta la giornata.
Un abbinamento classico – reclamizzato perfino dai campioni della Nazionale Italiana di Calcio – è pane e Nutella: la consistenza e il gusto di nocciola tipico della crema la rendono deliziosa se spalmata su fette biscottate o pane bianco; ma anche su una grande varietà di biscotti.
La Nutella è un alimento energetico e trova l’ampio consenso sia di adulti che di bambini. Contiene però l’olio di palma, addirittura secondo ingrediente in ordine di quantità.
Eppure superare questo limite si può eccome: basta consumare la Nutella fatta in casa. Prepararla è semplice: basta seguire questa ricetta.

Ingredienti
100 gr cioccolato fondente
100 gr di cioccolato bianco
50 gr di burro
80 gr di latte
60 gr nocciole spellate e tostate
80 gr zucchero

Procedimento
Si tritano finemente lo zucchero e le nocciole e si uniscono entrambe le cioccolate, fino a sbriciolarle. Si dispone il trito in una pentola, quindi vi si aggiungono latte e burro. Si cuoce il tutto per cinque minuti a bassa temperatura (circa 50 gradi), mescolando.
Al termine, si travasa velocemente l’amalgama in un vasetto; la si lascia raffreddare, quindi la si chiude ermeticamente, pronta per essere conservata in frigorifero.

I biscotti fatti in casa
La Nutella casereccia è davvero gustosa, ma se la spalmiamo sui biscotti fatti in casa ci assicuriamo un pieno di bontà e di genuinità.
Ecco quindi la ricetta dei “biscotti con gocce di cioccolato”: un ottimo compromesso genuinità-risparmio economico, (il cui costo totale non supera i 2 euro).

Ingredienti per 30 biscotti
100 gr di burro
100 gr di zucchero
1 uovo
200 gr di farina
mezza bustina di lievito per dolci
50 gr di gocciole di cioccolato fondente (oppure cioccolato fondente in piccoli pezzi)

Procedimento
Si dispongono la farina e il lievito – setacciati – in una terrina; si pone al centro il resto degli ingredienti, tranne il cioccolato. Si impasta il tutto fino a ottenere un composto omogeneo; si aggiunge quindi il cioccolato spezzettato o le gocce. Si lavora l’impasto e lo si dispone in frigorifero per almeno mezz’ora. Con esso si formano delle palline, leggermente schiacciate in superficie, che vengono appoggiate su una teglia, rivestita con carta da forno. Si infornano quindi i biscotti, per circa 15 minuti, nel forno preriscaldato a 180°. La cottura è ottimale se i biscotti risultano croccanti fuori e più morbidi all’interno. Si sfornano i biscotti e li si servono, dopo averli fatti raffreddare.

La zuppa imperiale è un primo piatto – soprattutto natalizio – nutriente e sano. Se poi anziché essere acquistata già pronta da consumare viene preparata in casa, è anche estremamente economica. Queste le cifre: nei negozi di pasta fresca il suo costo può raggiungere i 25 euro al chilo; acquistando invece gli ingredienti necessari e preparandola in casa, la cifra si aggira sui 3,5 euro per 400 grammi circa di prodotto.

Ingredienti per 4 persone:
120 grammi di semolino
40 grammi di burro
120 grammi di formaggio grana
una spolverata di noce moscata
4 uova
1 pizzico di sale

La preparazione della zuppa imperiale casereccia
Si sbattono le uova in una terrina poi si aggiungono gli altri ingredienti, amalgamandoli completamente tra loro. Si versa il composto ottenuto – formando uno strato sottile – in una capiente teglia antiaderente (o non antiaderente foderata con la carta da forno). Si cuoce in forno pre-riscaldato a 200 gradi per circa 15 minuti. Si estrae la teglia dal forno e la si lascia raffreddare. Poi con un coltello si suddivide il composto così ottenuto in cubetti di piccola dimensione. Questi ultimi si possono eventualmente surgelare – una volta fatti raffreddare – dentro appositi sacchetti alimentari. Li si versano in un brodo bollente di carne e li si cuociono per circa 8 minuti. La zuppa va servita preferibilmente in brodo.

Genuinità e un tocco aristocratico racchiuse in un piatto unico
La zuppa imperiale casereccia, oltre a essere un piatto molto genuino, dona alla tavola un tocco aristocratico. Ricetta piuttosto conosciuta in passato nella cucina emiliana, oggi viene apprezzata anche per il suo apporto calorico; grazie al quale può essere considerato un piatto unico. Abbinandosi poi egregiamente con il brodo di carne, la zuppa imperiale è una ricetta perfetta da consumare in queste feste natalizie. Non vi resta che provare e… buon appetito!

Mai come oggi la formula del baratto è tornata di attualità. Sarà che mancano i soldi per il cosiddetto “superfluo”, viaggi compresi; sarà il timore e l’incertezza per il futuro; fatto sta che – oramai da tempo – alcune tipologie di consumo sono calate a picco.
Ma la necessità aguzza l’ingegno, e qualcuno si è inventato un nuovo modo per godersi gite e soggiorni fuori casa a corso zero. E – tanto per cambiare – il canale per arrivarci è la rete.

Due siti ad hoc
Se hai tempo e voglia di metterti in gioco le possibilità sono tante, e puoi approfittarne già nelle prossime festività natalizie. Ne abbiamo selezionate due, fra le principali proposte su Internet: una per riscoprire le località italiane, l’altra per chi preferisce andare all’estero; l’una indicata per brevi soggiorni e l’altra adatta a chi vuole trascorrere all’estero il cosiddetto “anno sabbatico”.
In giro per l’Italia
Un pernottamento con colazione in cambio della collezione di Cd o di francobolli che ormai non ti interessa più, o di una lezione di tango argentino (quel corso dovrà pure esserti servito a qualcosa…). Un soggiorno gratuito e la possibilità di vivere la faticosa ma affascinante avventura di una raccolta di olive. E ancora: avere finalmente un book fotografico tutto tuo – e a costo zero – “prestando” la tua casa al mare per un week-end. Se ti connetti sito www.barattobb.it. puoi provare a fare tutto questo. Puoi cercare un fotografo professionista in cerca di un pernottamento gratuito dalle tue parti, o trovare il tuo B&B per un week-end fuori città.

Compila la lista dei desideri
Il portale è una sorta di piattaforma dove domanda e offerta si incrociano. Se hai un alloggio da offrire devi iscriverti al sito, specificando le caratteristiche – interne e del contesto geografico – dell’appartamento o della camera che intendi offrire. Il passaggio successivo è la compilazione della “lista dei desideri”, ciò che tu chiedi ai tuoi ospiti in cambio del soggiorno. Puoi sbizzarrirti: le richieste vanno dal cestino di prodotti gastronomici tipici all’imbiancata alle pareti dell’appartamento, passando per la “prestazione” di idraulico o di qualcuno che faccia il restyling del sito web.
Compilata la lista, la tua offerta diventa pubblica, e non ti resta che aspettare che qualcuno si proponga.

La ricerca e la proposta “soggiorno contro soggiorno”
Diverso il meccanismo se tu, invece, cerchi ospitalità per la tua breve vacanza. In quel caso conviene cominciare la ricerca per regione, e andare a spulciare tra le richieste dei diversi B&b, fino a trovare la formula che fa per te. Dopo non ti resterà che contattare il tuo ospite attraverso il sito.
Non hai nulla da offrire? In quel caso puoi anche optare per la formula “soggiorno contro soggiorno”: se vivi in una città d’arte o possiedi una casa vicina a mare o montagna nulla ti vieta di proporre uno scambio.
Per chi ha paura di rischiare, il portale offre la sezione con i commenti lasciati dagli ospiti che già hanno provato l’esperienza sul singolo alloggio: leggendoli in anticipo si possono infatti prevenire brutte sorprese.

Gratis all’estero

Ricordi le ragazze “alla pari”, che negli anni ’80 e ’90 giravano in mondo offrendosi come baby sitter a tempo pieno?
Se il tuo desiderio è quello di prenderti un anno sabbatico, e magari approfondire una lingua straniera, puoi prendere esempio da loro, e iscriverti al sito www.workaway.info. Non c’è posto solo per le baby sitter, ovviamente. Puoi chiedere ospitalità presso qualcuno concordando con lui il servizio che intendi proporre in cambio, e le ore in cui svolgerai queste attività. L’importante è che tu conosca almeno una lingua straniera, il sito è scritto in Inglese, Francese, Spagnolo e Tedesco.
Il sito è una grande banca dati, dove trovi persone (anche single), famiglie, e organizzazioni di ogni paese, che si offrono di prendere con sé qualcuno in cambio dei servizi più disparati: dal baby-sitting al giardinaggio, passando per le lezioni di musica o i lavori manuali.

Quella primavera infuocata ai Parioli

Roma, 14 maggio 1993

È una serata mite, quella che Giulia e Marco stanno assaporando nella “città eterna”.
Quel primo giorno, in un weekend lontano dalla quotidianità, è scivolato via come gocce di pioggia sul vetro di una finestra.
È un venerdì destinato a entrare nella Storia italiana, non soltanto per chi ne è stato protagonista.
La fatica di un viaggio lungo quasi 400 chilometri è inspiegabilmente svanita; soffocata dalla grande e rinnovata emozione di rivedere luoghi che tutto il mondo invidia all’Italia: la Storia che trasuda dai capitelli dei Fori Imperiali e dal Colosseo; la maestosità di Castel Sant’Angelo; la commozione nel vedere la magnificenza della Cappella Sistina.
Ma anche la felicità di partecipare, l’indomani, al matrimonio di una coppia di amici romani, conosciuti anni prima in un viaggio a Parigi.
«Se il ricevimento non finisce tardi, potremmo visitare Cinecittà» propone Giulia.
«Quale miglior modo per onorare il grande Federico Fellini! Appena due mesi fa, ha ritirato il Premio Oscar alla carriera, a Los Angeles» conferma l’uomo.
«Noi visiteremo gli studi cinematografici e i nostri figli staranno guardando un film in un qualunque cinema».
«Dobbiamo abituarci all’idea che oramai prendano la loro strada. I fine settimana che passeremo tutti e quattro insieme saranno sempre meno. Partite di calcio, gare agonistiche, ritrovi con gli amici: tutti impegni imperdibili. E allora noi due torneremo a fare i fidanzati, come oggi!» rilancia Marco.
«Per fortuna i nonni si sono offerti di trascorrere con loro questi tre giorni».
«Un piatto caldo e un letto non si rifiutano mai. A 15 e a 17 anni, infatti, sono più che autonomi. Rassegnati…» rincara la dose l’uomo.
«Come si cambia, nella vita! Da piccoli, Luca e Davide non volevano mai passeggiare in centro» ricorda Giulia.
«Ora invece non possono perdersi il ritrovo del sabato pomeriggio in Piazza Maggiore. E girano per strada canticchiando Sei un mito degli 883 ».
«Sono felice che abbiano finalmente imparato ad apprezzare la nostra bellissima città!» esclama la donna.
«Siamo a Roma soltanto da qualche ora e già ti manca la tua Bologna?».
Giulia arresta il suo cammino per un istante; tanto quanto le basta per ammirare ciò che le offre la propria vista.
«Se fossi nata a Roma, me ne mancherebbe ogni angolo, non importa se antico o moderno. Guarda un po’ dove siamo» dice indicando con la mano destra un luogo ben preciso.
Marco alza lo sguardo: il Teatro Parioli Peppino De Filippo si erge davanti a loro.
«Finalmente ne vedo almeno l’esterno!» prosegue la donna.
«Mi pare invece che tu conosca bene il suo palcoscenico: tutte le sere, o quasi, guardi alla tele il Maurizio Costanzo Show».
«E tu non sei da meno; soprattutto da quando quel giornalista sta portando avanti la maratona contro la mafia».
«È un uomo molto colto e coraggioso: due doti apprezzabilissime» sentenzia Marco.
«Sai cosa apprezzerei, in questo momento? Un buon ristorantino».
L’uomo guarda l’orologio, ben saldo sul polso: sono le 19,30.
«Lo stomaco non mente mai. Cerchiamo un posto tipico qui vicino, possibilmente non troppo caro, visto che questa è una zona esclusiva. Solito budget intorno alle 50 mila lire in due?».
«Venduto!» esclama Giulia con un sorriso smagliante.

L’aria tiepida della sera accarezza i capelli di Giulia. Erano anni, oramai, che la donna non si sentiva così coccolata dalla natura e dal marito.
Mentre sta uscendo dal ristorante che le ha appena fatto scoprire i “carciofi alla giudea”, ripensa alla Fontana di Trevi e a Fellini e si sente improvvisamente Anita Ekberg ne La Dolce Vita.
Prende per mano il suo compagno di vita: in quel momento lo vede come Marcello Mastroianni, più sensuale che mai.
Sono due individui fra tanti altri; ma si stanno sentendo unici al mondo, in una città unica al mondo.
Il brulicare della gente per strada accompagna il loro cammino verso la metropolitana che li riporterà in albergo, in via Cavour.
Desiderano camminare ancora per il quartiere Parioli, almeno fino a quando le gambe lo permettono loro.
L’autoradio di una vettura parcheggiata in doppia fila trasmette La solitudine di Laura Pausini.
«Marco se n’è andato e non ritorna più…» canta sottovoce la donna.
«A saperlo, avrei potuto scegliermi Laura, invece di Giulia!».
«Non avreste avuto un gran futuro insieme…» controbatte la donna, strizzando l’occhio.
«È proprio brava, la Pausini! E poi è giovanissima: sta frequentando l’ultimo anno di scuola superiore» afferma l’uomo.
«Non so proprio, studiando, come abbia potuto prepararsi per partecipare al Festival di Sanremo» continua Giulia.
«Meno male che ha trovato il tempo! Come avrebbe, altrimenti, vinto la categoria Nuove Proposte? L’abbiamo sentita cantare per la prima volta appena qualche mese fa e ora la sua canzone è trasmessa da tutte le radio» continua Marco.
«Quella ragazzina si merita tutto il successo e farà sicuramente strada!».
Mano nella mano, Giulia e Marco voltano l’angolo tra Via Borsi e Via Fauro. L’aria che respirano a Roma in quella serata è fresca e piacevole.
Marco cammina in silenzio. Si ferma un momento per guardare l’orologio: sono le 21,30.
In quel momento non potrebbe desiderare di più. Dopo ripetuti episodi in cui la propria autorità di padre è stata messa in dubbio dall’adolescenza dei figli, si considera ora un marito felice e appagato.
«Non è possibile dividere la vita di noi due, ti prego aspettami amore mio, ma illuderti non so…».
Sentire Giulia cantare gli regala ricordi spensierati di momenti passati, sgombri da ogni preoccupazione, in cui le loro voci si alternavano, seguendo le note musicali di brani suonati alla radio; simili al cinguettio di due passerotti che si rincorrono l’un l’altro con affettuosa letizia.
Marco sta ancora sorridendo tra sé e sé nel momento in cui avverte, con la violenza di un fulmine caduto sulla propria testa, una deflagrazione; tanto potente quanto inaspettata.
D’un tratto arresta il suo cammino, si porta le braccia sulla testa, rannicchiandosi dietro l’automobile parcheggiata davanti a sé.
Con una mano trascina la moglie alla sua altezza, la avvicina a sé e la stringe più che può, come per proteggerla da un male oscuro e improvviso; ma soprattutto invisibile.
Giulia si lascia condurre senza opporre alcuna resistenza.
All’udire quel frastuono, la donna aveva avuto la sensazione che qualcuno le avesse squarciato il petto in due parti. Ma subito dopo, con grande sorpresa, si era accorta di essere ancora viva.
Ora, dentro di lei, vi è una convinzione; limpida come una sorgente di acqua pura: passeranno pure gli anni, ma mai niente e nessuno riuscirà a placare il senso di angoscia che sta provando.
Quel maledetto boato non è ancora cessato, dentro di lei: le urla dei passanti non sono riuscite a coprirne il rimbombo.
Alza la testa verso l’alto e scorge lo sguardo carico di angoscia di chi, affacciatosi alla finestra nonostante il buio, richiude frettolosamente le persiane; scomparendo come marionette che escono definitivamente dalla scena di uno spettacolo per bambini.
Giulia non ha ancora trovato la forza di muovere il più debole dei propri muscoli delle gambe: il frastuono appena udito sta continuando a rimbalzarle fra mente e corpo, in un rimbombo apparentemente senza fine.
In lontananza, i propri occhi vedono soltanto polvere e fumo, avvolti in una nuvola che si contorce su se stessa come se avesse vita propria. Nube che, teme invece, non può che contenere la morte.
Resta china sulle ginocchia doloranti, con il viso appoggiato sulla spalla di Marco e gli occhi sbarrati, che stanno inquadrando tante immagini riunite in un solo colore: il nero.
Fissa Marco negli occhi e lascia che le loro pupille tremolanti si comunichino più di quanto ne sarebbero capaci le labbra.
«I ragazzi,, i miei genitori… dobbiamo avvertirli che stiamo bene, prima che accendano la tele. Qualsiasi cosa stia succedendo, è qualcosa di grave» si preoccupa la donna.
«Ora io e te, zitti zitti, scappiamo da questo inferno e torniamo in albergo. Da là, telefoneremo a casa per tranquillizzare tutti».
«Ammiro la tua freddezza in certi momenti».
«Non abbiamo molte alternative, in questo momento. Dobbiamo mantenere più lucidità possibile».
«Temo proprio che qualcuno, al di là di questa strada, abbia perso ben più della lucidità».
«Tirati su, Giulia. Andiamo via, o adesso o mai più».
I due coniugi si alzano nuovamente in piedi, con le ginocchia doloranti. Balzano fuori da quella bolgia, con l’agilità di farfalle che saltano da un fiore all’altro, inebriate di profumo.
In quel momento stanno invece sentendo un odore unico, inconfondibile: quello della polvere da sparo.
Prima di girare l’angolo e lasciarsi definitivamente alle spalle quell’inferno, Giulia getta un rapido sguardo alla lastra di marmo bianco su cui è scritto il nome di quella strada: Via Ruggero Fauro.

I due coniugi si sentono ora al sicuro, come profughi scampati a una guerra improvvisa e inspiegabile.
Seduti nella hall dell’albergo che li ospita, stanno ascoltando attentamente il giornalista che presenta l’edizione speciale del telegiornale:
«Attentato nel Quartiere Parioli della Capitale, verso le 21,35 di oggi. Un’autobomba, presumibilmente una Fiat Uno parcheggiata in Via Fauro, è esplosa subito dopo il passaggio della vettura che stava accompagnando a casa il giornalista Maurizio Costanzo e la compagna, Maria De Filippi, al termine della registrazione del Maurizio Costanzo Show; nel vicinissimo Teatro Parioli. Al momento risultano alcuni feriti, ma nessuna vittima. Danneggiate una sessantina di automobili, parcheggiate in via Fauro. I palazzi in prossimità dell’esplosione sono stati gravemente danneggiati, mentre il muro della scuola di fronte è crollato. È ancora prematuro stabilire se l’azione dinamitarda di questa sera sia un seguito degli attentati avvenuti lo scorso anno nel nostro Paese, in cui persero la vita, fra gli altri, i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino».

Ancora increduli, Giulia e Marco hanno ora una sola certezza: non dimenticheranno mai più quella primavera infuocata ai Parioli.

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